L’instabilità della spalla glenomerale viene avvertita quando il paziente sente che questa non rimane nella sua normale posizione.

Cause
Può essere causata dallo sviluppo osseo alterato che rende impossibile mantenere la spalla in sede, ma anche da eventi traumatici o micro-traumatici. Nel caso in cui vi sia la fuoriuscita completa della testa omerale dalla sua normale posizione, si parla di lussazione, se la fuoriuscita è parziale invece, di sublussazione. La spalla è un’articolazione molto mobile, soggetta all’azione di gravità e allo stesso tempo affidata alle strutture molli (capsula articolare e labbro glenoideo, legamenti e muscoli con i rispettivi tendini), che può effettuare una completa escursione nelle tre direzioni dello spazio. Per questa sua conformazione, si lussa in modo frequente nella direzione anteroinferiore e questo provoca lesioni ossee e cartilaginee, legamentose e tendinee. Colpisce principalmente gli uomini durante lo sviluppo muscolare che svolgono attività fisica.

instabilitaspalla

Diagnosi
Inizialmente è importante eseguire un esame radiologico e per stabilire una diagnosi accurata, una tomografia assiale computerizzata e una risonanza magnetica. Una volta stabilite le lesioni si procede con l’intervento chirurgico, attraverso il quale si definisce la direzione della lussazione.
Lussazione spalla anteirore e posteriore

Trattamenti non chirurgici 
A seguito del primo episodio di lussazione, è necessario procedere con un trattamento conservativo, che consiste nell’applicazione di un bendaggio e ad un successivo periodo di immobilizzazione di circa 4 settimane. Passato questo periodo, si inizia una progressiva attività di mobilizzazione e rinforzo del muscolo sottoscapolare (instabilità anteriori) o sottospinoso (instabilità posteriori), con degli elastici. Se a seguito di questi trattamenti, l’instabilità dovesse persistere, è bene valutare un intervento chirurgico.

Trattamenti  chirurgici 
Scegliere la tecnica adatta in caso d’intervento chirurgico è importante, in quanto sono diversi gli elementi influenti. Principalmente: età, numero di lussazioni (o nel caso fosse la prima, la durata del dolore e il grado d’impedimento durante l’attività, sia essa lavorativa, quotidiana o sportiva), la struttura muscolare, il livello di carico durante il lavoro…

Per escludere la presenza di fratture associate alla lussazione è necessario e utile svolgere una TAC o una Risonanza Magnetica.

L’ intervento con procedura tradizionale, indicato nei pazienti che con facili lussazioni, prevede un’incisione chirurgica sulla porzione anteriore della spalla e l’utilizzo di alcune tecniche di plastica capsulare che conferiscono la corretta tensione.

L’intervento in artroscopia
La tecnica dell’artroscopia (piccole incisioni che permettono il controllo attraverso una microtelecamera inserita) è quella che offre maggiori vantaggi e ha portato notevoli miglioramenti. È precisa nel riparare le lesioni e non va ad incidere i muscoli. Vengono utilizzate delle “ancorette” in tessuto ad alta resistenza, dalle quali escono fili in tessuto non riassorbibile anch’essi altamente resistenti; questi vengono passati intorno alla capsula articolare e al labbro glenoideo per ricreare la tensione capsulare. L’intervento in artroscopia è consigliato in casi di poche lussazioni, in situazioni di micro-instabilità e nei giovani; non è utilizzabile invece in fratture associate o di insufficiente resistenza del tessuto capsulare.

Tutti gli interventi chirurgici prevedono l’anestesia generale o combinata. Il ricovero in ospedale avrà una durata di 3-4 giorni e il bendaggio ortopedico sarà mantenuto per 3 settimane

La tecnica di Riabilitazione 
La rieducazione della spalla, seguita da un fisioterapista e preferibilmente in acqua, sarà inizialmente passiva e poi attiva. Per un recupero completo del movimento articolare, in caso di soggetti giovani/adulti, dovranno trascorrere fra le 6 e le 8 settimane. Nelle persone più anziane invece, in presenza di lesioni senza traumi nell’anamnesi, ma con precedenti episodi di lussazioni recidivanti in età giovanile, trattate sempre in modo conservativo, l’esito della riparazione non viene garantito e l’instabilità potrebbe non essere mai del tutto corretta.

 

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