Dolo. A Ortopedia il “transfer del gran dorsale” si fa in artroscopia ed evita l’impianto della protesi
Articolo tratto da “la Nuova di Venezia e Mestre” 09 marzo 2016
DOLO. In Ortopedia a Dolo tecniche all’avanguardia per recuperare l’uso della spalla ed evitare l’impianto di protesi per 10 anni. La tecnica innovativa si chiama “transfer del gran dorsale”. Viene eseguita a Dolo da due anni dal dottor Marco Capuzzo, ed è rivolta a pazienti che non abbiano una diagnosi di artrosi avanzata e presentano una lesione irreparabile della cuffia dei rotatori, un insieme di muscoli, posizionati sopra la testa dell’omero, che servono a muovere le braccia e la spalla. «È una tecnica chirurgica mininvasiva e conservativa», spiega il primario di Ortopedia, Paolo Esopi, insieme al dottor Capuzzo, «che viene eseguita in artroscopia. Si evita un intervento “a cielo aperto”, grazie ad una minuscola incisione eseguita sotto l’ascella del paziente per entrare con una mini attrezzatura dotata di telecamerina con fibre ottiche, staccare il tendine del gran dorsale (muscolo molto importante della schiena) e reinserirlo in maniera corretta sulla testa dell’omero».
L’intervento dura poco più di un’ora e prevede al massimo due giorni di ricovero per poi rientrare a casa con la propria spalla originaria, cioè senza protesi. «Prima di questa tecnica», spiegano i due medici, «non c’era altra soluzione se non quella della protesi, con i limiti di tipo funzionale che ha e che oggi si può evitare». Ma il danno alla cuffia dei rotatori non è solo irreparabile, esistono casi riparabili per cui è previsto un intervento artroscopico: tra gli over 65, un 60 per cento dei pazienti presenta una lesione riparabile della cuffia dei rotatori o una forma di instabilità (spalla lussata) che, per un terzo, è insopportabile dal punto di vista del dolore. Sono interventi che vengono eseguiti con piccoli fori di ingresso per le mini attrezzature dove si unisce il tendine con piccole ancore in lega di titanio oppure si ricostruisce l’apparato legamentoso della spalla con tessuto tecnologico. Sono interventi che richiedono fisioterapia, da due ai tre mesi, e un tutore per la fase iniziale. «Possiamo fornire delle alternative valide di cura», evidenzia il direttore generale della Asl 13, Giuseppe Dal Ben.
Alessandro Abbadir